Se investi in obbligazioni denominate in valuta estera o se i rendimenti promessi da tali obbligazioni ti fanno “gola”, presta attenzione al rischio di cambio.
Il rendimento offerto da tali obbligazioni non deve essere l’unico driver di scelta per i tuoi investimenti.
Il rischio di cambio concerne il pericolo che si corre quando si comprano obbligazioni denominate in valuta estera (diversa dalla propria valuta nazionale, nel nostro caso l’Euro)
Vediamo cosa succede al nostro capitale investito in obbligazioni denominate in valuta estera:
- se la valuta estera si rivaluta nei confronti dell’euro allora il controvalore dell’obbligazione aumenterà
- se la valuta estera perde valore nei confronti dell’euro allora il controvalore dell’obbligazione diminuirà (si subirebbe una perdita)
Spesso valute estere (specialmente quelle esotiche) perdono parecchio di valore, pensa alla lira turca e alla fine che hanno fatto le obbligazioni denominate in lira turca.
Ad ogni modo il rendimento e il flusso cedolare offerto dall’obbligazione costituiscono un “fermino” nel caso di deprezzamento della valuta estera… se il tasso offerto da un’obbligazione in valuta estera ammonta al 15% annuo, a scadenza, per realizzare una perdita occorre che la valuta estera perda ogni anno più del 15% (cosa non rara dato che le valute fiat soprattutto le più deboli, dei paesi emergenti fanno sempre una brutta fine).
Investire in obbligazioni in valuta estera è un’attività complessa, che non fa per tutti. Le variabili da analizzare sono molteplici:
- timing; il momento opportuno per entrare ed uscire dall’operazione in relazione al cambio valutario
- selezione dell’emittente; meglio evitare il rischio default dato che si corre già il rischio cambio
- selezione della liquidità; meglio evitare il rischio liquidità dato che si corre già il rischio cambio
- selezione della scadenza; in base al proprio orizzonte temporale
- tassazione; il nostro legislatore prevede un’imposta sostitutiva sul capital gain del 26% per bond corporate (obbligazioni societarie) e del 12.5% su obbligazioni governative (eccetto black list) e di enti sovranazionali
In realtà il rischio valutario è completamente eliminabile attraverso un meccanismo di copertura dal rischio cambio tramite future, opzioni, ETFS e CFD. Coprirsi da tale rischio però è oneroso e non è sempre alla portata del risparmiatore medio.
Il rischio cambio può essere sia un rischio che un’opportunità dato che se la valuta estera performa bene per l’investitore può tradursi in un extra-rendimento.
Se proprio si vuole investire in obbligazionario estero, consiglierei di farlo con bond denominati almeno in dollari statunitensi…è molto meglio utilizzare un ETF che almeno diversifica bene su più paesi.
Questo può essere un buon esempio…
iShares J.P. Morgan USD Emerging Markets Bond UCITS ETF (Dist) ISIN IE00B2NPKV68, Ticker IEMB
Se poi si vuole speculare maggiormente si può anche diversificare in bond governativi e non emessi in valuta estera, ma consiglio di farlo sempre con basse % di portafoglio e diversificando (non all-in in un singolo paese come la Turchia o la Russia.)
Una risposta
OTTIMO ARTICOLO MA UNA INFO. VOLENDO ACQUISTARE DELLE OBBLIGAZIONI A LUNGA SCADENZA IN ZAR CON CEDOLE AL 9% SCAD 2036. CONVIENE MANTENERE CONTO IN EURO E ACQUISTARE LE OBBLIGAZIONI QUANDO LA VALUTA TENDE A SVALUTARSI SULL EURO E CMQ INCASSEREI CEDOLE COL RISCHIO DI CAMBIO E POTREI VENDERE OBBLIGAZIONE QUANDO IL CAMBIO è FAVOREVOLE. OPPURE MEGLIO UN CONTO MULTIVALUTA? GRAZIE. NON HO CONSIDERATO LE COPERTURE VISTO I PREZZI………GRAZIE