Per quanto attiene alle modalità di assolvimento dell’imposta sostitutiva il nostro legislatore ha previsto tre regimi:
- regime della dichiarazione (è il naturale)
- regime del risparmio amministrato (opzionale, ossia va scelto)
- regime del risparmio gestito (opzionale, ossia va scelto)
Il regime della dichiarazione
è il regime naturale per l’assolvimento degli obblighi tributari nell’ipotesi di percezione di redditi di capitale o diversi, in linea di massima trova applicazione nel caso in cui il contribuente non subisca la ritenuta alla fonte sui proventi realizzati
In tale ipotesi, le plusvalenze derivanti da cessioni non qualificate sono sommate algebricamente alla minusvalenza della stessa natura. Se risulta un eccedenza positiva, questa è assoggettata a imposta sostitutiva in sede di dichiarazione dei redditi; l’eccedenza negativa può essere portata in deduzione di plusvalenze o proventi dei successivi quattro periodi di imposta, sempre che sia stata regolarmente indicata nella dichiarazione dei redditi.
Chi lo sceglie (anzi chi non opta per altri regimi) deve assolvere per proprio conto a tutti gli adempimenti fiscali di rito, riportando le plusvalenze e le minusvalenze in dichiarazione dei redditi e i redditi di capitale conseguiti nell’anno fiscale di riferimento. In questo regime è l’investitore che sceglie gli investimenti.
A fronte dello svantaggio di:
- dover assolvere per proprio conto ai vari adempimenti fiscali
- dover indicare tutto in dichiarazione dei redditi, procedendo ai versamenti secondo il calendario fiscale
Ha l’enorme vantaggio che l’imposizione non è immediata ma rimandi le tasse di un anno.
ES. Quando vendi un ETF in guadagno, ti arriva tutto il guadagno nel C/C, non lo vedi decurtato da imposte immediatamente come avviene nel regime amministrato.
In questo modo hai più tempo per far fruttare il tuo capitale.
il regime del risparmio amministrato
Il regime del risparmio amministrato costituisce un regime opzionale applicabile a seguito di specifica richiesta da parte del contribuente (es se apri un conto Fineco con dossier titoli, devi selezionare il regime Amministrato)
in questo caso il singolo investitore decide i diversi investimenti da effettuare (può avere un consulente ma alla fine è l’investitore a dare l’OK per gli investimenti) lasciando a un intermediario abilitato il compito di assolvere, per conto del contribuente, gli oneri fiscali.
Il regime si caratterizza per questi aspetti:
- la tassazione si basa sul realizzo dei diversi redditi, con applicazione dell’imposta sostitutiva a opera degli intermediari sulle singole componenti positive di reddito realizzate
- nel caso di realizzo di minusvalenze, l’intermediario la computerà in deduzione delle plusvalenze realizzate nelle successive operazioni poste in essere enll’ambito del medesimo rapporto, nello stesso periodo di imposta e eni quattro successivi (n.b. puoi far compensare minusvalenze ma solo tra redditi diversi di natura finanziaria e se la plusvalenza si realizza in un momento successivo alla minusvalenza. Le minusvalenze, infatti, possono essere dedotte dalle eventuali plusvalenze degli anni successivi, fino al quarto, con il risultato di ridurre la base imponibile.)
sono escluse dal regime le plusvalenze realizzate su partecipazioni qualificate, che rimangono sempre soggette al regime della dichiarazione. Ora sono incluse qui anche le plusvalenze realizzate su partecipazioni qualificate- è escluso il monitoraggio fiscale, sia interno che estero, con possibilità di assicurare l’anonimato all’investitore
Il contribuente ( o tutti i contribuenti, nell’ipotesi in cui il regime presenti più cointestatari) può se lo desidera, con comunicazione scritta al proprio intermediario, tornare al regime naturale della dichiarazione, sostanzialmente revocando l’opzione per il regime del rispamrio amministrato. L’efficacia della revoca decorrerà dal periodo di imposta successivo a quello in cui è stata manifestata la volontà di recesso.
Certificazione delle minusvalenze
Ai sensi dell’art. 6, comma 5, del D.Lgs. 461/97 la certificazione delle minusvalenze deve essere rilasciata dalla banca solo nelle due ipotesi tassativamente previste:
1) chiusura dei depositi in regime di risparmio amministrato. A tale riguardo non è necessaria la chiusura del conto corrente, in quanto lo stesso per previsione di legge non può mai essere oggetto di tassazione in amministrato;
2) revoca del regime del risparmio amministrato sui tutti i rapporti “optati”. La revoca ha efficacia dall’inizio del periodo d’imposta successivo e, pertanto, la certificazione è rilasciata dalla banca solo a decorrere da questa data.
Il Cliente, ricevuta la certificazione rilasciata a suo nome ed evidenziante il periodo di formazione delle minusvalenze, può utilizzarla:
- presso altro rapporto in regime amministrato; al riguardo si precisa che, tenuto conto che la tassazione avviene a livello di codice fiscale, è assolutamente ininfluente la circostanza che i depositi titoli siano intestati solo al Cliente, ovvero cointestati con altri Clienti;
- in dichiarazione dei redditi, unicamente a scomputo di plusvalenze finanziarie realizzate in detto regime (regime dicharativo).
Se vuoi utilizzare quindi minusvalenze realizzate su fineco in regime amministrato e compensarle su widiba in un altro regime amministrato, devi chiudere il conto Fineco o revocare l’amministrato, farti mandare la certificazione e spedirla a Widiba. In questo modo Widiba la può utilizzare per compensare con plusvalenze realizzate su prodotti da redditi diversi.
Come funziona il discorso minusvalenze
il regime del risparmio gestito
Ha carattere opzionale e si caratterizza per la tassazione del risultato netto, incassato nella gestione collettiva o maturato in quella individuale, realizzato dal gestore, comprensivo dei redditi diversi e di taluni redditi di capitale con conseguente compensazione tra componenti positive (redditi di capitale, plusvalenze e altri redditi diversi), minusvalenze e spese.
N.b. il risparmio gestito è una delle poche eccezioni dove prodotti da redditi di capitale consentono di recuperare minusvalenze
il singolo investitore affida il capitale ad un intermediario che decide autonomamente gli investimenti ritenuti più opportuni e adempie agli obblighi fiscali.
L’imposta sostitutiva viene quindi applicata dall’intermediario e sono escluse dal regime le plusvalenze derivanti dalle partecipazioni qualificate; Ora sono incluse anche le partecipazioni qualificate.
Anche in questo caso è consentito il riporto a nuovo delle eventuali eccedenze negative negli esercizi successivi ma non oltre il quarto; da ultimo è escluso il monitoraggio fiscale, sia interno che estero assicurando l’anonimato dell’investitore.
Se il rapporto gestito viene chiuso, l’intermediario rilascia al cliente una certificazione delle eventuali minusvalenze residue, che si possono dedurre dal risultato positivo di un’altra gestione in regime di risparmio gestito o usare per compensare plusvalenze nel regime amministrato o della dichiarazione.
N.B. Ciascun contribuente può mantenere presso il medesimo intermediario più rapporti di natura finanziaria e stabilire per ciascuno di essi il regime fiscale che ritiene più conveniente, nel senso che per alcuni di essi può esercitare l’opzione per una gestione amministrata oppure per un risparmio gestito e, contemporaneamente può non esercitare l’opzione per alcuni titoli dati in custodia o in amministrazione assoggettando gli stessi al regime ordinario di tassazione.