Sintesi del post: I certificati consentono di recuperare le minusvalenze di ogni strumento finanziario, sempre…. non solo quando li rivendi a prezzi superiori a quelli di acquisto (capital gain) ma anche quando distribuiscono rendimenti periodici condizionati sotto forma di cedole (es. Cash Collect)
Un investitore oculato dovrebbe cercare di minimizzare l’impatto fiscale, posticipando il più possibile il momento di pagamento dell’imposta (così come fa Warren Buffett) per lasciar lavorare il rendimento composto (se vendi hai costi e tasse che diminuiscono il capitale)…
tale investitore dovrebbe anche utilizzare strumenti che consentono di evitare inefficienze fiscali.
Gli strumenti finanziari generano tipicamente due tipologie di reddito:
- reddito di capitale
- redditi diversi
Ne parlavo nel mio articolo come recuperare minusvalenze
I redditi di capitale derivano direttamente dall’impiego del capitale e dipendono da eventi certi. Sono redditi di capitale i dividendi, le cedole, i capital gain su fondi ed etf.
I redditi diversi invece derivano dal realizzo all’atto della vendita di uno strumento finanziario, di differenze positive (plusvalenze) o negative (minusvalenze) rispetto al prezzo di acquisto.
I redditi di capitale possono assumere solo valori positivi (eccetto fondi ed etf, dove non è del tutto corretta questa affermazione), mentre i redditi diversi possono configurarsi come guadagni (e quindi capital gain) o perdite (e quindi capital loss)
I redditi di capitale sono tassati alla fonte e non è possibile dedurre i costi sostenuti per l’investimento o compensare eventuali guadagni con perdite pregresse.
Non puoi recuperare ad esempio una minusvalenza con una plusvalenza su ETF. (leggi il mio articolo su minusvalenze per saperne di più).
Questa è un inefficienza per alcuni strumenti finanziari.
Per i redditi diversi il nostro legislatore prevede 3 regimi d’imposta ne parlo qui
- regime dichiarativo
- regime amministrato
- regime gestito
La maggior parte degli investitori opera tramite regime amministrato.
Nel regime amministrato le plusvalenze sono tassate direttamente dall’intermediario, che scomputa a tal fine eventuali minusvalenze precedentemente conseguite presso lo stesso, nell’anno in corso e nei quattro precedenti.
Chiaramente sarebbe preferibile non avere nessuna minusvalenza, ma la verità è che queste spesso possono generarsi anche in portafogli di investitori di lungo periodo.
La gestione delle minusvalenze ha un ruolo importante nella pianificazione ed attuazione dei propri investimenti.
Una minusvalenza di 1000€ genera un credito di imposta pari a 260€. Credito che andrebbe perso senza alcuna possibilità di recupero se non venisse utilizzato entro i termini previsti.
Con una minusvalenza di 1000€ quindi se la recuperi con un opportuno strumento puoi evitare di pagare imposta sostitutiva del 26% su una plusvalenza di 1000€. Ossia non paghi 260€ che altrimenti pagheresti. Non male vero?
Ora sappiamo entrambi che 1000€ sono pochi… prova ad immaginare lo stesso discorso per cifre più interessanti…
Perché lasciare soldi per strada?
Alcuni strumenti finanziari generano perdite compensabili (minusvalenze) e guadagni non compensabili (redditi di capitale).
I certificati di investimento sono securitized derivatives ossia sono assimilati a contratti derivati.
Redditi di capitale | Redditi diversi |
Etf | Azioni |
fondi | obbligazioni |
cedole | ETC / ETN |
dividendi | Certificates |
Derivati | |
Valute estere (forex) |
Per questo i rendimenti generati dagli investment certificate sono sempre considerati redditi diversi.
N.B. lo sono sempre! non solo quando li rivendi a prezzi superiori a quelli di acquisto ma anche quando distribuiscono rendimenti periodici condizionati sotto forma di cedole (es. Cash Collect)
Prima di buttarsi a capofitto nei certificati (cercando magari a tutti i costi di recuperare minusvalenze) è bene fare attenzione ad alcuni punti…
Ne parleremo in un prossimo post…