Dati i recenti lockdown causati dall’emergenza sanitaria Covid-19, tutti noi abbiamo iniziato a familiarizzare con il termine smart working.
Lo smart working infatti fa sempre più parte della nostra quotidianità lavorativa. Sempre più persone svolgono la loro professione comodamente da casa.
Sono nati anche movimenti che fanno dello smart working il loro must, sto parlando dei nomadi digitali. Loro non lavorano da casa bensì da ogni parte del mondo potendosi spostare nelle città che preferiscono.
Dopo un primo aumento drastico delle ricerche di questo termine su google causato dal lockdown di marzo 2020, sembra che tutto stia tornando nella norma grazie alle riaperture, anche se effettivamente in molti ancora continuano a lavorare da casa.
Il trend delle ricerche come si evince dall’immagine precedente sta iniziando a scemare, ma in molti sono convinti che nulla tornerà più come prima.
Alcuni dei nostri corsisti ci chiedono se è possibile fare soldi investendo in questo campo.
La risposta è affermativa, ed adesso scopriremo come… prima di tutto però è bene fare chiarezza tra il termine smart working ed il termine remote working dato che i due termini seppur simili hanno significati diversi.
Smart working e remote working, cosa sono?
I due termini (smart working e remote working) sono spesso usati come sinonimi, ma non hanno lo stesso significato.
Con remote working si intende letteralmente il “lavoro da un posto diverso dall’ufficio”. Questo posto potrebbe essere casa, ma non necessariamente potrebbe anche essere un bar oppure uno spazio di “coworking”.
Con il remote working cambia il luogo lavorativo ma spesso rimane la rigidità dell’orario di lavoro e molti altri problemi.
Lo smart working è invece…
“…una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività”.
ETF su smart e remote working
Il modo più semplice per investire nel trend “smart e remote working” è quello di utilizzare un fondo a basso costo che permetta di replicare l’indice di mercato riferito a questi due trend.
Indici di mercato composti effettivamente da società che operano realmente in questi campi.
Nel nostro caso ci sono 2 ETF che replicano queste nuova opportunità di investimento.
Nota dolente –> essendo molto recenti e non avendo compiuto ancora un anno dalla loro prima quotazione, questi due etf non sono acquistabili in Europa ma solo negli Stati Uniti.
Possiamo comprarli tramite broker ma sono ETF non armonizzati, la fiscalità applicata è molto diversa.
Questo però non deve scoraggiarci perché c’è la possibilità che in futuro vengono commercializzati anche da noi. Inoltre è possibile scoprire società molto interessanti all’interno dei loro panieri.
1) Direxion Work From Home ETF (WFH)
Al suo interno troviamo società che si occupano di tecnologie cloud, cyber security, gestione progettuale online e comunicazioni remote. L’indice a cui fa riferimento è sviluppato da Solactive e prende il nome di Solactive Remote Work Index che è composto da titoli quotati principalmente negli Stati Uniti.
Esposizione geografica:
- 88,18 % Stati Uniti
- 4,24 % Cina
- 7,58 % Altro
I 3 settori più grandi sono:
- 84,81 % Tecnologia informatica
- 10,23 % Servizi di comunicazione
- 4,96 % Beni di consumo discrezionali
Informazioni chiave:
- Data di quotazione – 25/06/2020
- TER – 0,45 % annuo
- Numero Titoli – 40
Le prime 10 posizioni in portafoglio detengono circa il 28,50%
Questo etf dato che è molto recente presenta ancora volumi molto contenuti. Sono invece interessanti le società che ne fanno parte. Al suo interno troviamo Proofpoint e Fortinet da tenere d’occhio in ottica futura.
Tieniti forte perché andremo ad analizzarle a fine articolo.
2) iShares Virtual Work and Life Multisector ETF (IWFH)
L’ETF in questione è specializzato in società che offrono beni e servizi tecnologici che consentono alle persone di lavorare da remoto.
Beni e servizi che facilitano uno stile di vita sempre più digitale per l’intrattenimento, il benessere e l’insegnamento.
Esposizione geografica:
- 63,14 % Stati Uniti
- 15,44 % Cina
- 4,04 % Giappone
- 3,93% Germania
- …
I 3 settori più grandi sono:
- 43,62 % Tecnologia informatica
- 36,70 % Servizi di comunicazione
- 13,52 % Beni di consumo discrezionali
Informazioni chiave:
- Data di quotazione – 29/09/2020
- TER – 0,47 % annuo
- P/E – 37,31
- Numero Titoli – 76
Le prime 10 posizioni in portafoglio detengono circa il 23%
Viene applicata una buona diversificazione all’interno del settore tech con un’esposizione più elevata anche in oriente. L’ETF non ha dati storici essendo stato lanciato recentemente, quindi non ha molto senso valutare le sue performance passate. Tra le società quotate nel fondo spunta Zoom che ha avuto un’enorme utilizzo durante la quarantena.
I 2 ETF sono molto diversi dal punto di vista del portafoglio titoli.
L’IShares possiede:
- una diversificazione migliore
- società più specializzate nel campo “smart working”
Direxion (il primo etf che abbiamo visto), assegna un peso notevole a Facebook ed Amazon che pur essendo aziende fortemente tecnologiche e digitali, non rispecchiano al 100% l’idea di smart o remote working.
Per rimanere aggiornato sul mondo finanziario non dimenticarti di iscriverti alla nostra newsletter!
Le società azionarie collegate allo smart working
All’interno dei portafogli si possono individuare società interessanti. Utilizzare gli ETF può essere un buon modo per scoprire aziende valide che magari prima non conoscevamo.
Tra queste ho individuato ,queste 3 società.
Proofpoint
Proofpoint è una società statunitense che si occupa di protezione aziendale. Dispone di un software che permette di riconosce i tentativi di phishing, una truffa informatica che utilizza l‘e-mail per estorcere dati riservati. Ha un capitalizzazione di circa 10 miliardi e un fatturato che si aggira intorno a 1 miliardo ma attualmente non produce ancora utili. Nell’ultimo anno ha visto aumentare il suo prezzo di un +50% portandosi attualmente sui 170$ ad azione.
Fortinet
Fortinet è una multinazionale americana che si occupa di cyber security e principalmente dello sviluppo e della vendita di prodotti hardware e software come firewall e VPN. È una dei leader di settore coi suoi 40 miliardi di capitalizzazione e un fatturato di 2,59 miliardi. Essendo già in profitto, nel 2020 ha totalizzato utili per 490 milioni e presenta un P/E di 80. Nell’ultimo anno ha sbancato in borsa e si è portata a casa un + 73%, oggi ha un prezzo di circa 240$ ad azione.
Zoom
Zoom, anch’essa società americana, offre servizi di teleconferenza, banalmente videochiamate, sia per privati che per istituzioni per effettuare a distanza riunioni e webinar. Ha una capitalizzazione di circa 114 miliardi e un fatturato di di 2,65 miliardi. Quotata in borsa nel 2019, in poco più di 2 anni ha già cominciato a produrre utili. Nell‘ultimo anno ha ottenuto un ottimo rendimento con un + 47% sul prezzo che adesso si aggira attorno a 385$ ad azione.
Conclusioni
Come potete notare le società quotate negli ETF sono collegate allo smart working attraverso servizi terzi che aiutano lo svolgimento del lavoro da remoto. Esempio proteggere gli utenti da pericoli informatici o facilitare la comunicazione con il resto del team. Purtroppo i fondi passivi non sono quotati nelle borse europee ma essendo di un settore molto di nicchia e nuovi sul mercato abbiamo tutto il tempo per verificare se sono un buon investimento. Nel caso diventassero disponibili anche da noi ci faremo trovare pronti.
Se vuoi imparare ad investire in ETF, Akido Finanziario è il percorso giusto per te!