ETF a bassa volatilità LOW/minimum volatility, (attento)

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Premessa, etf low volatility e minimum volatility seppur simili non sono la stessa cosa… (non vengono costruiti nella stessa maniera)

Partiamo dagli etf Low volatility

Voglio iniziare questo articolo con questa immagine.

Questo è un ETF a bassa volatilità (Low volatility) per lo S&P500 (indice di borsa americana).

SPDR S&P 500 Low Volatility UCITS ETF ISIN IE00B802KR88, Ticker LOWV

Ti faccio una domanda…

-30% in un mese ti sembra bassa volatilità? (nell’immagine devi calcolare il -20% e poi il +10% che si è mangiato il calo)

Siamo a febbraio/marzo 2020 in emergenza corona-virus… vero tutti i mercati e tutti gli asset sono crollati, però un -30% a me non sembra bassa volatilità.

Il problema è che l’investitore che compra questi prodotti, crede che siano davvero prodotti a bassa volatilità (come un bond governativo decente a bassa scadenza per intenderci).

Invece non è cosi… vanno pure bene come prodotti, basta solo essere consapevoli di ciò che si sta acquistando…

se andiamo a leggerci la strategia di questo ETF lo capiamo subito

“L’indice S&P 500 Low Volatility replica le grandi società statunitensi che storicamente hanno mostrato caratteristiche di bassa volatilità all’interno dell’S&P 500. L’indice S&P 500 replica i titoli azionari statunitensi ad alta capitalizzazione. “

Stiamo parlando di aziende, (quindi di azionario) che hanno mostrato storicamente bassa volatilità rispetto all’indice S&P500.

Non stiamo parlando quindi di investimenti a bassa volatilità.

Ma di aziende meno volatili rispetto ad altre anche se di per se volatili.

Ed il calo -30% lo dimostra bene.

Quindi l’ETF low volatility andrà ad investire in aziende con minore volatilità (che presentano minori oscillazioni) rispetto ad altre dello stesso indice.

Quindi alla fine dei conti è un ETF volatile!

solo che tende ad avere una volatilità minore (anche se può essere estrema) in cali di mercati, e anche in rialzi di mercato.

Come vengono costruiti gli etf low volatility

i low volatility vengono costruiti tramite una valutazione dei titoli (dell’indice da replicare) sulla misura della volatilità passata con una semplice formula.

La famosa deviazione standard

Se possiedo i valori di chiusura di un indice di borsa dell’ultimo anno di un’azione, faccio la media del valore di borsa, rapporto ogni chiusura rispetto alla media e calcolo la deviazione standard per ogni azione dell’indice. Solitamente le 100 azioni con deviazione standard più bassa entrano nel indice ‘Low Volatility’.

Quindi i LOW volatility sono abbastanza facili da costruire basandosi su un semplice calcolo e su dati storici.

ETF minimum volatility

Stessa storia per gli ETF Minimum volatility (a volatilità minima)

-40% ti sembra una volatilità minima? a me no 🙂

anche qui il prodotto va pur bene, l’importante è comprendere ciò in cui si investe.

” L’indice S&P 500 Minimum Volatility replica un portafoglio ottimizzato che comprende una selezione di titoli azionari la cui volatilità è tra le più basse dell’S&P 500. L’indice S&P 500 replica i titoli azionari statunitensi ad alta capitalizzazione. “

Come vengono costruiti etf Minimum volatility

Qui si parla di minima varianza in realtà e non tanto di minima volatilità.

Il calcolo a dire il vero non è semplicissimo come nel caso precedente.

Varianza è la misura di quanto un elemento si discosta da un valore atteso, e si calcola su un’intera distribuzione lineare di valori.

Il rendimento totale di un indice è dato dall’apprezzamento più i dividendi diviso per il prezzo originale. Ok, ma i singoli titoli dell’indice che varianza hanno rispetto a questo rendimento complessivo?

Se tutte le aziende hanno dato lo stesso rendimento la varianza è nulla ma se ci sono aziende con diversi scostamenti la varianza è molto elevata.

Nei titoli a Minimum Volatility però la varianza (spesso calcolata come quadrato della deviazione standard di ogni singola performance rispetto al valore atteso) viene utilizzata costruendo delle matrici di covarianza.

Cosa è la covarianza? E’ il modo in cui la varianza di due insieme risulta correlata in determinate condizioni, quanto due variabili in una certa funzione (quindi in un certo contesto di mercato) variano insieme.

Due titoli azionari possono essere covarianti se entrambi influenzati in egual modo dall’effetto dei tassi d’interesse, per dire, o dal crollo del settore. Se abbini più liste di titoli (una per ogni funzione di covarianza, es. una covarianza sulla base dei tassi d’interesse, l’altra nel caso di recessione etc…), si ottiene una matrice di righe e colonne. Ci saranno settori/rischi ad elevata covarianza (esempio banale: fallisce una banca e scendono tutti i bancari perché non si prestano più soldi a vicenda e si attua un credit crunch) e settori/rischi a bassa covarianza (per dire i tassi d’interesse influenzeranno molto poco i beni di extralusso).

Una matrice di covarianza serve per contenere la covarianza complessiva del sistema, il mix di liste di titoli per tipo di rischio che la ottimizza diventa un paniere a ‘minimum variance’, questo paniere dovrebbe aver selezionato i titoli in modo tale che siano meno correlati tra loro e distribuiti più omogeneamente rispetto alla serie ed all’andamento del mercato, La ‘storia’ (volatilità) del singolo titolo c’entra quindi pochissimo, qui si fa un modello per ‘ottimizzare’ il rapporto tra i vari rischi.
Si tratta di strumenti molto meno empirici ed estremamente più strutturati per creare un indice.

ETF LOW e MINIMUM Volatility sono meglio degli ETF standard?

Possono essere meglio rispetto ad etf standard in fasi di ribasso di mercato.

Non ti salvano però la vita, se crolla l’azionario crollano anche loro e di molto…

Non sono meglio degli standard invece nel caso di rialzi di mercato o di investimento di lungo periodo.

Quindi se pensi di investire nel lungo periodo vai direttamente con gli ETF standard.

Invece tra low volatility e minimum volatility quale scegliere? nel caso di ETF molto meglio i LOW rispetto ai minimum.

LOW vanno benissimo per una gestione passiva.

Calcoli ardui come quelli per la costruzione di un minimum sono più corretti per una gestione attiva. Quindi lascia perdere gli ETF minimum volatility, se proprio devi vai con i LOW.

ecco alcuni buoni etf low volatility:

  • BNP Paribas Easy Equity Low Volatility Europe UCITS ETF ISIN LU1377381717, Ticker EVOE
  • SPDR S&P 500 Low Volatility UCITS ETFISIN IE00B802KR88, Ticker LOWV
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Filippo Angeloni

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