In quali settori investire e in quali no
Ciao investitore e benvenuto in questo nuovo articolo, oggi voglio parlarti del contenuto di un piccolo capitolo del libro: Covid-19: The Great Reset.
L’autore è Klaus Schwab, “professore di economia politica all’Università di Ginevra, è il fondatore e attuale direttore esecutivo del World Economic Forum, detto anche Forum di Davos. Esso riunisce ogni anno i principali esponenti internazionali del mondo della politica, della finanza e dell’industria per definire e implementare le strategie future che devono dirigere la globalizzazione nei suoi rapporti con gli stati e i mercati mondiali.”
Secondo Schwab la pandemia Covid-19 ha accelerato molti trend già in atto…
I vari lockdown in giro per il mondo hanno avuto un effetto immediato su ogni possibile settore economico.
Questo effetto, che io tendo a chiamare “cambiamento programmato e voluto“, sarà qualcosa destinato a perdurare nel tempo, anche aldilà dei lockdown ed anche aldilà della pandemia. Proprio per questo molte aziende saranno costrette a reinventarsi.
Non voglio cadere nel complottismo, anche se secondo me c’è qualcosa di strano dietro questa situazione, temo che da pandemia siamo passati a controllo di massa e controllo individuale, (tra parentesi… credo che la pandemia sia stata qualcosa di voluto.)
Credo anche che il terrorismo psicologico 24/24 7/7 svolto dai mass media abbia fatto più morti (per stress e paura) che la malattia in se e per se…
Ma ad ogni modo ormai il dado è tratto.
Non importa più come la si pensi, se la pandemia è reale o meno, se è stata organizzato oppure se è nata spontaneamente, se sei favorevole al greenpass o meno, se sei favorevole alle mascherine o meno, vaccino si o vaccino no, ecc…
Ormai il modo in cui le persone interagiscono tra di loro ed il loro modo di consumare è stato modificato.
Basti pensare alla distanza interpersonale attuale tra le persone quando si radunano.
Quindi, proprio per questo d’ora in poi ci saranno dei settori che andranno bene, dei settori avvantaggiati e dei settori invece che andranno molto male… proviamo a capire quali sono questi settori.
Ovviamente Schwab afferma che i settori dove i clienti arrivano a fare l’acquisto o la consumazione fisicamente dal vivo, e magari anche a livello sociale ossia dove vi è interazione con più persone, saranno i settori maggiormente colpiti. Settori che dovranno reinventarsi (e di tanto…) per poter andare avanti.
Mentre i settori dove il cliente può acquistare, consumare il prodotto o servizio da distanza e magari individualmente o comunque con un piccolo gruppo ristretto di familiari, saranno i settori meno colpiti (e questo è facilmente intuibile).
Quindi, le industrie che hanno l’interazione sociale come loro “core business”, sono quelle che sono state le più colpite dalla pandemia, dai vari lockdown e green pass vari…
Il problema è che all’interno di questi settori, come magari:
- viaggi e turismo
- bar
- ristoranti
- palestre (ed eventi sportivi)
- cinema
- teatri
- concerti e festival
- convegni e conferenze
- musei e librerie
- formazione dal vivo.
Ce ne sono alcuni che apportano una buona percentuale di PIL e di occupazione.
Probabilmente per anni le aziende che operano in questi settori saranno costrette ad operare a capacità ridotta.
Sia per la paura del virus in capo a molte persone, sia per le varie imposizioni dei governi.
Il terrorismo psicologico svolto dai mass media, più la spinta verso il distanziamento sociale non gioverà di certo a questi settori.
Le persone viaggeranno molto meno sia per vacanza che per lavoro.
Anche dopo una vaccinazione a tappeto, è probabile che le persone andranno meno al ristorante, meno al cinema o teatro e potrebbero decidere che è più sicuro acquistare online rispetto all’acquistare tramite negozi fisici (tradizionali).
Per queste ragioni le industrie più colpite dal lockdown saranno anche quelle più lente a recuperare (a riprendersi) e saranno anche le aziende che si vedranno aumentare di più i costi. Pensiamo ad un ristorante (nel periodo universitario ho lavorato 10 anni in questo settore, quindi posso dire di conoscerlo abbastanza bene) a cui servirà sicuramente:
- una persona a controllare il greenpass e documenti (anche se questa attività venisse svolta da un cameriere già presente nello staff, la procedura farebbe rallentare il lavoro del ristorante)
- maggior spazio (se si vogliono mantenere gli stessi coperti)
- maggior pulizia
- Prodotti igienizzanti (che per carità non è un male 😀 )
- protezioni per lo staff
- tecnologia che limiti al massimo l’interazione tra i clienti ed i lavoratori
- allocare budget per modificare magari il modello di business (magari “pompare” il delivery, con pubblicità annessa)
Molte aziende non sopravvivranno (e molte hanno già chiuso). Il problema è che come dicevo prima in molte economie sviluppate queste aziende danno lavoro a gran parte della popolazione… basti pensare all’Italia (abbiamo quasi solo micro-imprese).
Se questi business chiuderanno i battenti o se questi business saranno costretti ad operare a capacità ridotta vorrà dire che ci sarà meno occupazione
E meno occupati vuol dire meno soldi per tutti.
Schwab stima che il 75% dei piccoli ristoranti chiuderà i battenti a causa dei lockdown e delle misure di distanziamento sociale. Le grandi catene ed i grandi fast food invece resisteranno e diventeranno ancora più grandi. Questo afferma Schwab causerà danni anche ai fornitori, agli autisti dei camion ed ai produttori di materie prime.
In altri settori invece saranno i grandi a perire… pensiamo alle compagnie aeree… se la vedranno molto male a causa di cambiamenti nella domanda dei clienti ed a causa di regole di distanziamento sociale. Queste aziende i primi mesi di lockdown hanno avuto entrate pari a 0 o quasi… ed anche ora a distanza di un anno e passa non è che se la passino cosi bene.
Prima della pandemia i viaggi di lavoro apportavano il 50% di fatturato alle compagnie aeree.
L’autore del libro si chiede cosa succederà se le aziende decideranno di tagliare ulteriormente su meeting fisici e di fare solo meeting virtuali?
Questo è un settore fortemente a rischio.
Ora molti emittenti di certificati inseriscono nei sottostanti almeno un azienda che lavora nel settore del turismo/viaggi… sarà un caso?
Dovremmo domandarci anche come andrà per gli aeroporti, al settore aerospaziale (anche chi li costruisce e tutto ciò che gira intorno) e anche al settore auto a noleggio.
Gli aeroporti (sono aziende per chi non lo sapesse…) si trovano ad affrontare la stessa sfida delle compagnie aeree… meno voli significa meno visite per gli aeroporti.
Inoltre, il distanziamento sociale e le varie regole di sicurezza sanitaria faranno calare la capacità degli aeroporti del 20-40% e renderà anche l’intera esperienza non delle migliori.
il settore aerospaziale potrebbe invece essere un safe heaven, le commesse di nuovi aerei potrebbero essere limitate è vero ma potrebbero anche essere modificate in base alla richiesta di nuovi aerei, per soddisfare le nuove regolamentazioni di sicurezza e distanziamento sociale.
Il noleggio auto a breve termine è un altro settore a rischio in quando dipende ancora tantissimo dai viaggi.
Gli unici a beneficiare di questi cambiamenti nel campo dei viaggi saranno le aziende che punteranno sul turismo locale.
Infatti il turismo locale secondo l’autore del libro sarà un trend molto forte.
Settori che andranno male e quelli che andranno bene
Cambiamenti transitori o permanenti?
Alcuni cambiamenti comportamentali osservati durante i primi lockdown saranno destinati a perdurare. Difficilmente anche in un era post-pandemia si tornerà ai vecchi comportamenti.
Per carità, alcuni cambiamenti sicuramente potranno essere invertiti, ossia si tornerà alla normalità un pò come è avvenuto con i voli aerei dopo 11 settembre.
Ma altri invece andranno ad accelerare come i servizi online.
Alcuni saranno posticipati come magari l’acquisto di una nuova macchina. Altri cambiamenti emergeranno come magari l’acquisto associato alla mobilità green.
Un trend interessante sarà sicuramente quello che in inglese viene chiamato “do it yourself“… con il primo lockdown molte persone si sono trovate a fare il pane in casa, la pasta in casa, la pizza in casa, il taglio di capelli da sole , verniciatura delle pareti di casa da soli e cosi via…
Il “fai da te” potrebbe togliere molti soldi alla spesa in ristoranti… ma non solo, potrebbe togliere soldi potenzialmente anche ad imbianchini e tanti altri professionisti.
Schwab afferma che anche i supermercati saranno costretti a ridurre il loro spazio negli store, dato che molte persone provando l’acquisto online non tornerà più indietro.
Lo stesso può avvenire anche al settore dell’intrattenimento pensiamo ai cinema ed ai teatri. La pandemia ha ormai modificato il nostro comportamento e le nostre paure… siamo sicuri di trovarci a nostro agio a sedere vicino completi sconosciuti in un posto totalmente al chiuso? Siamo sicuri di andare a vedere un film al cinema se dobbiamo indossare la mascherina per tutto il tempo? (al momento non è così ma non ci metterei la mano sul fuoco che non cambino queste regole)
Non sarà forse meglio stare tranquilli in casa a “consumare” contenuti comodamente dal divano, magari contenuti live stile Twitch? 😀 (N.B. il settore dell’intrattenimento online è esploso dall’inizio della pandemia)
Sicuramente ci sarà un focus mostruoso nel settore dell’igiene. Diventerà un ossessione (lo è già in realta). Probabilmente questo modificherà anche il packaging dei prodotti, e saremo ad ogni modo forzati a non toccare i prodotti negli store. Il piacere di scegliere la frutta toccandola sarà probabilmente appannaggio del passato.
L’immobiliare commerciale passerà dei tempi duri. Se il trend in atto è quello dello smart working, le grandi sedi aziendali fisiche saranno sempre meno necessarie. Magari le aziende una sede fisica la avranno anche, ma con spazi molto più contenuti. L’immobiliare residenziale (secondo gli esperti) vedrà invece une grande rivoluzione, da mini case in centro-città stile Milano/Roma a grandi spazi in periferia o meglio ancora in campagna dove poter lavorare comodi da casa.
Le università potrebbero avere dei problemi, soprattutto le università private ad alto costo. Se le lezioni si svolgeranno totalmente online, gli studenti si chiederanno se i costi annessi siano effettivamente giustificati o meno…
I pagamenti tramite contante stanno diminuendo con il passare del tempo (inizialmente anche perché si temeva la trasmissione del virus), e si affermeranno sempre di più i pagamenti digitali e qui potrebbero giocare un ruolo principale le criptovalute (sia quelle decentralizzate che le CBDC)
Resilienza
I settori che beneficeranno di questa situazione sono in sostanza questi:
- Il settore tecnologico (che racchiude a sua volta al suo interno tanti settori come quello dell’intrattenimento online, e dei pagamenti digitali)
- Il settore della salute
- Il settore del benessere (cura del corpo e della mente)
- Il settore del “fai da te”
La pandemia per questi settori non è stato un problema ma anzi una grandissima opportunità.
Tante persone sono dovute passare necessariamente al mondo digitale, basti pensare anche solo allo smart working.ed alle persone che hanno scoperto zoom od altri software.
Per questo il market cap dei titoli tecnologici è esploso. Secondo Schwab questo fenomeno non si arresterà facilmente ma anzi continuerà ad aumentare.
Inoltre, le persone d’ora in poi saranno sempre più attente alla loro salute ed al loro benessere sia fisico che mentale.
Per questo motivo saranno avvantaggiate tutte le aziende che lavorano nel campo della salute, e gran parte delle aziende che lavorano nel campo del benessere (ad esclusione probabilmente delle palestre, credo partirà il trend dell’allenamento online da casa).
Anche tutto il mondo green beneficierà di questo trend ed anche la finanza sostenibile ESG (Environmental, social and corporate governance)
I settori che dovranno avere una grande resilienza, per arrivare vivi a fine “recessione” sono invece:
- Il settore bancario (le banche devono prepararsi a passare al digitale, devono stare attente inoltre a casi di clienti insolventi, non solo privati ma anche corporate)
- Il settore assicurativo (devono prepararsi a tutti i contenziosi che arriveranno ed a potenziali cali di domanda, i lockdown o distanziamenti sociali non giovano a loro)
- il settore automobilistico (devono prepararsi a carenze da parte dei fornitori, ed a potenziali cali di domanda per cambiamenti di stile di vita)
- Il settore energetico (deve prepararsi ad una grande transizione)
- Il settore dell’ospitalità (questo secondo me è quello più a rischio…)
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