Negli ultimi anni sempre più imprenditori vogliono investire in Bitcoin in azienda.
Sia a livello internazionale che nazionale non esiste però una qualificazione giuridica univoca sulla registrazione a bilancio delle criptovalute.
Per questo motivo andrò ad approfondire entrambe le scuole di pensiero legislative.
Ti spiegherò come registrare Bitcoin a bilancio e come investire in Bitcoin in azienda.
Partiamo dalla parte più noiosa ma fondamentale, quella burocratica.
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Come registrare Bitcoin a bilancio secondo i principi contabili internazionali (IAS/IFRS)
Prima di registrare Bitcoin a bilancio dobbiamo comprendere la normativa.
Secondo l’aspetto delle criptovalute sulla base dei principi contabili internazionali IAS/IFRS, esse non possono essere inquadrate né come valuta e né come strumento finanziario.
Il Comitato IAS/IFRS si esprime in merito configurando le valute digitali in due categorie: attività immateriali e rimanenze.
Bitcoin come attività immateriale
Bitcoin è definito attività immateriale se non viene destinato alla vendita nel normale svolgimento della sua attività.
Lo IAS 38 parla di attività immateriale come “un’attività NON monetaria identificabile priva di consistenza fisica” con le seguenti caratteristiche:
- separabile, può essere suddivisa in più parti per essere venduta, trasferita, data in licenza, locata o scambiata;
- deriva da diritti contrattuali o da altri diritti legali.
Ai fini del bilancio Bitcoin dovrà rispettare i limiti di deduzione dell’ammortamento e considerare il realizzo di plusvalenze o minusvalenze (artt.103, 86 e 101 Tuir.).
Bitcoin come rimanenze
Bitcoin è definito come rimanenze se viene destinato alla vendita nel normale svolgimento della sua attività.
Lo IAS 2 determina le caratteristiche delle rimanenze:
- non sono considerati cash o cash equivalent (disponibilità liquide), dato che non hanno corso legale e non sono autorizzata dagli Stati Sovrani. Un esempio che rientra tra questi sono le obbligazioni a brevissimo termine;
- non sono classificabili come attività finanziaria perchè non rappresentano un investimento in capitali di terzi e non conferiscono diritto a ricevere denaro;
- impiegati nei processi produttivi destinati alla vendita o come materiali da utilizzare nel processo produttivo o nella prestazione di servizi. Per esempio ricadono all’interno di questa categoria gli exchange.
Ai fini del bilancio Bitcoin dovrà rispettare i criteri di carico/scarico e saranno valutati i ricavi realizzati a seguito della cessione (art. 92 e 85 Tuir.).
In conclusione un’azienda dovrà tassare il potenziale capital gain o plusvalenza solo quando il bene viene trasferito.
L’imprenditore, o chi si occupa della contabilità aziendale per lui, dovrà inserire a bilancio i Bitcoin acquistati al loro costo di acquisto ma non dovrà aggiornarlo ogni fine dell’anno.
Infine avrà il compito di registrare nel momento della cessione la plusvalenza o la minusvalenza realizzata:
- in caso di plusvalenza subirà una tassazione ordinaria pari al 26% del profitto realizzato;
- in caso di minusvalenza otterrà un costo deducibile dal proprio reddito configurato come risparmio di imposta.
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Come registrare Bitcoin a bilancio secondo i principi contabili Italiani (OIC)
Ora ci spostiamo a livello nazionale e valutiamo la normativa in Italia.
Con riferimento ai principi contabili italiani, in particolare:
- OIC 14 (disponibilità liquide);
- OIC 15 (crediti);
- OIC 32 (strumenti finanziari).
sembra esclusa la possibilità di iscrivere a bilancio i Bitcoin secondo le modalità appena elencate.
Ci può invece aiutare quanto definito dall’OIC 24:
le immobilizzazioni immateriali sono definite, al paragrafo 4, come: “attività normalmente caratterizzate dalla mancanza di tangibilità (…) costituite da costi che non esauriscono la loro utilità in un solo periodo ma manifestano i benefici economici lungo un arco temporale di più esercizi.
Essi comprendono:
- oneri pluriennali (costi di impianto e di ampliamento, costi di sviluppo);
- beni immateriali (diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno, concessioni, licenze, marchi e diritti simili).
L’OIC 24 definisce i beni immateriali come “beni non monetari privi di consistenza fisica e rappresentati da diritti giuridicamente tutelati”.
Un bene di questo tipo è quindi:
- separabile, ossia può essere separato dalla società e può essere venduto, trasferito, dato in licenza o in affitto, scambiato;
- derivante da diritti contrattuali o da altri diritti legali, indipendentemente dal fatto che tali diritti siano trasferibili o separabili dalla società.
Si nota subito come non ci siano grandi differenze tra la definizione di “attività immateriali” prevista nei principi contabili internazionali (IAS 38, par. 8) rispetto a quella di “beni immateriali” contenuta nel nostro ordinamento (OIC 24, par. 9).
È bene precisare che nella nota integrativa al bilancio vanno descritte attentamente le operazioni effettuate con Bitcoin che possono essere diverse caso per caso.
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Come investire in Bitcoin in azienda
Una volta che abbiamo compreso la registrazione di Bitcoin a livello aziendale possiamo passare alla parte più interessante dell’articolo quella dell’investimento.
Per investire in Bitcoin in azienda hai bisogno di due strumenti fondamentali:
- exchange per comprare, vendere e trasferire criptovalute;
- wallet per detenere in sicurezza le criptovalute.
La registrazione su un exchange per un’azienda è più complicata rispetto a quella di un privato in quanto il numero di informazioni richieste è superiore e può variare in base alla piattaforma.
Una volta che la registrazione è andata a buon fine bisogna aspettare la verifica da parte dell’exchange che può impiegare un tempo variabile e di media superiore rispetto a quello per un privato.
Quando l’account è abilitato va fatto un bonifico dal proprio conto corrente aziendale, ripeto aziendale non quello privato, verso l’exchange per fornirgli liquidità e cominciare ad operare.
All’arrivo è possibile inserire gli ordini di acquisto di Bitcoin a mercato o a limite nell’order book.
Infine dopo l’acquisto è opportuno seguire due strade:
- tenerli sull’exchange solo nel caso si voglia fare compravendita nel breve periodo con Bitcoin;
- trasferire Bitcoin su un wallet per detenerlo al sicuro.
In caso della seconda opzione va effettuato l’acquisto di un harder wallet.
Una volta comprato va settato e va fatta particolare attenzione alla trascrizione e alla messa in sicurezza della chiave privata formata da 24 parole o seed.
Una volta operativo, è possibile trasferire i Bitcoin acquistati precedentemente sull’exchange nell’hardware wallet.
Consulenza aziendale su criptovalute
Tornando brevemente al bilancio di esercizio e agli aspetti fiscali è bene ricordare che nessun exchange crypto funge da sostituto d’imposta quindi devi essere tu stesso come società ad occuparsi della loro dichiarazione e contabilizzazione.
Fortunatamente le piattaforme si sono attrezzate ed è possibile trovare nella loro sezione dedicata tutte le movimentazioni effettuate in un determinato periodo di tempo.
Le transazioni, complete dei dati necessari per la contabilità, possono essere scaricate in formato CSV.
Tutti questi passaggi per i non addetti ai lavori potrebbero risultare molto complicati e insiti di problemi.
É facile sbagliare qualche procedimento tecnico o addirittura cadere in truffe.
Per questo motivo, agli imprenditori e alle aziende che vogliono iniziare ad investire in Bitcoin in azienda e registrarlo a bilancio, offriamo una consulenza aziendale mirata a queste esigenze.
Ti accompagneremo passo passo a:
- registrare il tuo account sull’exchange;
- comprare Bitcoin per la prima volta;
- trasferire Bitcoin in un hardware wallet e metterlo in sicurezza;
- registrare la criptovaluta a bilancio.
Inoltre offriamo un supporto continuativo a 360°.