Proseguiamo il nostro percorso formativo sui certificati di investimento.
Iniziamo ad analizzare le singole categorie dei certificate partendo dai certificati a capitale protetto.
Tra tutti sono considerati quelli con il grado di rischio minore e garantiscono del tutto o in parte rendimenti positivi anche con i ribassi del mercato.
Analizziamoli più nel dettaglio qui di seguito.
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Cosa sono i certificati a capitale protetto?
I certificati capitale protetto garantiscono a scadenza la protezione del capitale in modo totale o parziale.
È possibile ottenere un rimborso del proprio capitale ad esempio pari al 100% o al 90% del valore nominale.
La protezione del capitale è valida solo a scadenza, quindi durante la vita del certificato esso subisce le fluttuazioni di mercato.
Facciamo un esempio per capire meglio.
Ho acquistato un certificato a capitale protetto dal valore nominale di 100€ con una protezione al 100% e di durata 2 anni:
- se dopo 2 anni il sottostante ha perso il 20%, otterrò sempre 100€.
- se dopo 1 anno avessi intenzione di venderlo ma il sottotante ha perso il 20% del suo valore, otterrei un controvalore di 80€, non usufruisco del rimborso.
A chi sono rivolti i certificati a capitale protetto?
Questa categoria di certificati è rivolta soprattutto all’investitore con un basso grado di rischio, che vuole allo stesso tempo partecipare sia alla performance del sottostante che coprire il proprio capitale.
È un ottimo strumento in situazioni di mercato incerto con alta volatilità perché permette di salvaguardare il patrimonio.
Come vengono classificati?
Certificati Digital
I certificati Digital hanno due funzioni:
- protezione del capitale a scadenza totale o parziale;
- pagamento di cedole o premi periodici fissi o variabili. Il pagamento avviene se a date predeterminate la quotazione del sottostante ha un valore maggiore o uguale alla soglia cedola.
Una caratteristica opzionale ci viene offerta dall’effetto memoria, il quale offe la passibilità di recuperare una cedola che non abbiamo potuto incassare, perché mancavano le condizioni, in una data futura.
L’investitore, che ha comprato un certificato a capitale protetto costituito da un solo sottostante, a scadenza si ritroverà davanti due situazioni differenti a seconda delle condizioni di mercato:
- situazione positiva, se il certificato quota ha un valore maggiore o uguale allo strike, il certificato pagherà l’ultima cedola e rimborserà il capitale nella percentuale prevista;
- situazione negativa, se il certificato quota ha un valore minore dello strike, il certificato non pagherà la cedola ma rimborserà ugualmente il capitale nella percentuale prevista.
Certificati Equity Protection
I certificati Equity Protection hanno due funzioni:
- protezione del capitale a scadenza totale o parziale;
- partecipazione ad eventuali aumenti o diminuzioni del prezzo del sottostante. Può essere definito un tetto massimo di beneficio chiamato cap.
I certificati in questione sono quindi suddivisi in:
- equity protection long se hanno condizione a rialzo;
- equità protection short se hanno condizione a ribasso.
L’investitore, che ha comprato un certificato equity protection long, a seconda delle condizioni di mercato, si ritroverà a scadenza due situazioni possibili:
- situazione positiva, se il certificato quota ha un valore maggiore o uguale allo strike, il capitale verrà rimborsato e si guadagnerà un extra performance;
- situazione negativa, se il certificato quota ha un valore minore dello strike, il capitale verrà solamente rimborsato nella percentuale prevista.
Viceversa se fosse un certificato equity protection short l’extra performance si otterrebbe se il certificato avesse un valore minore dello strike. Il certificato ha subito una perdita fittizia perché il guadagno deriva proprio da questo ribasso e nel frattempo il capitale ci viene ugualmente rimborsato.
Come guadagnare con i certificati a capitale protetto
I certificati a capitale protetto offrono diverse strategie che si possono adottare per beneficiare al meglio delle sue potenzialità.
Ne ho individuate 3 che possono tornarti utili.
1. Cercare certificati quotati ad un prezzo minore rispetto alla soglia minima di rimborso.
Così facendo se compro un certificato a 90 che verrà rimborsato a 100 sono sicuro di ottenere un profitto di 10 a scadenza anche se il prezzo del sottostante dovesse abbassarsi ulteriormente;
2. Cercare certificati quotati con un valore superiore allo strike
In questo modo ci sono più possibilità di far scattare la condizione che comporta il beneficio cedola o il beneficio premio.
Potrai con maggiore probabilità riscuotere la cedola dei Digital o il premio degli Equity Protection.
Per esempio compro un certificato a 102 sapendo che a 103 scatta la soglia cedola che mi permette di ottenere una cedola del 3%.
3. Questa strategia è a mio parere la migliore ed è correlata al sottostante.
Puoi pensarla come ad un sacrificio nel gioco degli scacchi che, sai per certo, ti permetterà di vincere la partita. Sacrifichi il cavallo per salvare l’alfiere e ti avvicini a fare scacco matto.
Immagina di possedere un’azione che sta realizzando un profitto del 50% e che hai paura a vendere perché credi possa fare ancora meglio.
Una soluzione ottimale è vendere l’azione, ottenere il profitto e sottoscrivere un certificato a capitale protetto con sottostante la stessa azione.
Con questo cambio:
- se il mercato continua a crescere hai ottenuto un doppio beneficio, hai realizzato il profitto azionario e sei in positivo grazie al certificato;
- se il mercato comincia a scendere hai protetto il capitale e allo stesso tempo sei riuscito a realizzare il profitto grazie all’azione.
Facciamo un esempio numerico per toglierci i dubbi.
Ho comprato un azione ENI a 10€. Dopo 3 mesi ENI quota a 12,50€. Sto ottenendo un profitto del 25%.
Vendo l’azione ENI a 12,50€ e ottengo un profitto di 2,50€, appunto il 25%.
Subito dopo compro un certificato a capitale protetto che ha come sottostante ENI.
Se ENI dovesse salire sto continuando ad ottenere un profitto.
Se Eni dovesse scendere ho il capitale garantito e non subisco perdite.
In questo modo non sono colpito dai bias di finanza comportamentale che mi farebbero dubitare di vendere ENI, consci del fatto che possa aumentare ulteriormente di prezzo.
Ma se così non fosse? E avessi torto?
Il certificato di investimento entra in nostro aiuto e ci offre una soluzione ottimale al problema di incertezza relativa all’andamento futuro del mercato.
Spero di essere stato il più chiaro possibile con queste tre strategie che ovviamente possono variare a seconda di casi specifici.
Ora vediamo dei certificati a capitale protetto, uno per tipo, quotati sulla borsa italiana.
Esempi di certificati a capitale protetto su borsa italiana
Recupera il glossario dei certificati se non riesci a capire qualche vocabolo specifico.
Questi due esempi sono a scopo esemplificativo e non corrispondono ad un consiglio di investimento.
Is Standard Ftse Mib 25223 90 180225
- emittente = Intesa SanPaolo
- nome commerciale = Standard
- codice ISIN = XS2106058600
- codice di negoziazione = I06060
- sottostante = FTSE MIB
- strike = 25.223
- categoria = digital a capitale protetto al 90%
- data di scadenza = 18/02/2025
- data di inizio negoziazioni = 25/02/2020
- premio/cedola = 26€
Questo certificato Digital sul FTSE MIB, il principale indice azionario italiano, prevede che se alle date di rilevazione/valutazione il prezzo del sottostante è superiore al prezzo strike di 25.223 verrà pagato il premio/cedola di 26€.
A scadenza invece se il prezzo di rimborso è inferiore allo strike verrà rimborsato il 90% del valore nominale altrimenti verrà considerato il valore del sottostante.
Is Eq Prot Ftse Mib 23757 100 301226
- emittente = Intesa SanPaolo
- nome commerciale = Equity Protection
- codice ISIN = XS2083192992
- codice di negoziazione = I05841
- sottostante = FTSE MIB
- strike = 23.757
- categoria = digital a capitale protetto al 100%
- data di scadenza = 30/12/2026
- data di inizio negoziazioni = 08/01/2020
- partecipazione up = 53%
L’importo liquidato a scadenza sarà differente a seconda del prezzo di rimborso rispetto allo strike:
- se inferiore viene rimborsato il 100% del valore nominale (ossia 1000€ ogni quota di certificato in possesso).
- se superiore entra in gioco il valore di partecipazione up. Qui subentrano altre 2 opzioni:
- se la differenza tra il prezzo di chiusura del sottostante (alla data di scadenza), e lo strike è inferiore a 189 punti verrà rimborsato il 100% del valore nominale (ossia 1000€ ogni quota di certificato in possesso);
- se la differenza tra il prezzo di chiusura del sottostante (alla data di scadenza), e lo strike è superiore a 189 punti allora l’investitore ottiene un valore di liquidazione finale calcolabile in questo modo. Liquidazione finale = {livello di protezione in % + { fattore di partecipazione in % × [(prezzo finale – strike) / strike]}} × valore nominale. Per esempio se il FTSE MIB chiude alla scadenza a 30.000€, e lo strike è di 23.757€, allora quello che ottiene l’investitore è 1139,276€ ogni quota di certificato in possesso.
Conclusioni
Siamo arrivati alla fine del nostro articolo che ti ha insegnato le caratteristiche fondamentali per comprendere e valutare un certificato di investimento a capitale protetto.
È un ottimo strumento per ridurre il rischio del proprio portafoglio e per proteggersi in particolari situazioni di mercato, soprattutto se usati, come abbiamo visto, in combinazione con altri strumenti come le azioni.
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