La diversificazione per valuta è uno degli aspetti che un investitore sottovaluta quando inizia la sua pianificazione finanziaria.
In realtà non è così, gli stessi Governi e Banche Centrali infatti usano le valute come strumento per compiere numerose operazioni finanziarie e non.
In altre parole gli Stati effettuano la diversificazione per valuta sui propri bilanci e lo fanno con le cosiddette valute di riserva.
Ma cosa sono le valute di riserva e come possono aiutarti a migliorare la tua strategia di investimento?
Indice dei Contenuti
Cosa sono le valute di riserva?
“Una valuta di riserva è una grande quantità di moneta fiat mantenuta dalle banche centrali e da altre importanti istituzioni finanziarie per prepararsi a investimenti, transazioni e obbligazioni internazionali o per influenzare il loro tasso di cambio interno”.
Dal 1944 il dollaro americano è stato la valuta di riserva per eccellenza mentre la Cina è lo stato con maggiore valuta di riserva estera pari a 3,48 trilioni di dollari.
L’allocazione delle valute di riserva a livello globale è così distribuita:
- 58,81% dollaro americano
- 20,64% euro
- 5,57% yen giapponese
- 4,78% sterlina inglese
- 2,79 renminbi cinese
- 2,38% dollaro canadese
- 1,81% dollaro australiano
- 3,22% altro
La quantità di debito denominata in dollari però è sproporzionata nei portafogli stranieri e risulta troppo alta rispetto a:
- % di asset allocation che gli investitori dovrebbero avere per bilanciare il portafoglio;
- dimensione e importanza dell’economia statunitense rispetto alle altre;
- percezione della sicurezza verso il dollaro e gli USA più di quanto non lo siano realmente.
Questa analisi è stata fatta, al di là delle sue imperfezioni, per traslare il ragionamento in ambito di investimenti.
Cerchiamo di capire quindi come una diversificazione per valuta applicata da uno Stato può essere utilizzata da un singolo investitore per migliorare il suo portafoglio.
Come applicare la diversificazione per valuta in un portafoglio
Un investitore medio italiano ha un portafoglio non diversificato a livello valutario.
Tutte le entrate (salari o stipendi, affitti, rendite passive) vengono percepite in euro e anche gli immobili di proprietà sono contabilizzati in euro.
Per migliorare la propria diversificazione sul capitale è opportuno, almeno con gli investimenti, diversificare a livello valutario.
Sia con gli ETF che con le stablecoin è facile venire in possesso di dollari americani, molto meno per le altre valute.
Quasi il 70% delle riserve valutarie è composto da dollari ed euro e le uniche altre valute forti in ambito internazionale sono la sterlina e il renminbi.
Investire nella sterlina o nel renminbi è possibile grazie agli ETF azionari e obbligazionari che investono in sottostanti relativi al mercato finanziario del Regno Unito e della Cina.
Come puoi notare da questo grafico l’indice MSCI World, che replica le società dei 23 paesi sviluppati del mondo, ha già in sè una diversificazione per valuta che però non è completa o almeno non è abbastanza.
Infatti anche se comprassi un ETF che replica l’indice MSCI World andresti a:
- diversificare solo una parte del tuo portafoglio;
- escludere paesi come la Cina e altre riserve di valore importanti.
Ma quali sono le altre riserve di valore?
[thrive_leads id=’27722′]
Quali altre riserve di valore esistono?
Le altre riserve di valore, che non possiamo escludere in un portafoglio diversificato, sono l’oro e il Bitcoin.
In questo momento hanno rispettivamente una capitalizzazione di 11.483 miliardi di dollari e 366 miliardi di dollari.
La differenza sembra epocale ma l’oro è l’asset finanziario che vale di più al mondo, il secondo asset è Apple con 2.248 miliardi di dollari, oltre ad essere quello di maggior rilievo nelle riserve degli Stati.
Per avere quindi una diversificazione ottimale di portafoglio è opportuno prendere in considerazione anche questi due asset che sono scorrelati dalle valute fiat e quindi ottimi per diminuire il rischio.