Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) è corrisposto al termine di un rapporto di lavoro subordinato. Dal punto di vista giuridico si tratta di un’indennità di carattere retributivo.
Oggi risponderemo a chi, quando e come si può richiedere in anticipo il TFR.
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Chi può richiedere l’anticipo del TFR?
La risposta ci viene data dal Libro V del lavoro del codice civile all’art. 2120.
“Il prestatore di lavoro, con almeno 8 anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro, può chiedere, in costanza di rapporto di lavoro, una anticipazione non superiore al 70% sul trattamento cui avrebbe diritto nel caso di cessazione del rapporto alla data della richiesta”.
Continua affermando:
“L’anticipazione può essere ottenuta una sola volta nel corso del rapporto di lavoro e viene detratta, a tutti gli effetti, dal trattamento di fine rapporto”.
Dalla norma si può capire che sono 2 gli aspetti fondamentali che bisogna possedere per poter richiedere l’anticipo del TFR:
- Il rapporto di lavoro, presso lo stesso datore di lavoro, deve durare da almeno 8 anni;
- Il rapporto di lavoro deve essere stato costante quindi continuativo.
Allo stesso tempo ci sono 2 limitazioni che ci vengono imposte:
- Non può superare il 70% del valore del TFR che si avrebbe in caso di interruzione del rapporto di lavoro;
- Non può essere richiesto più di una volta per rapporto di lavoro.
Anche il datore di lavoro ha degli obblighi
Non solo i dipendenti hanno delle regole da rispettare ma anche il datore di lavoro si trova davanti degli obblighi:
“Le richieste sono soddisfatte annualmente entro i limiti del 10% degli aventi titolo e comunque del 4% del numero totale dei dipendenti”.
Facciamo l’esempio di un’azienda che ha 100 dipendenti:
Se 50 dipendenti possiedono il diritto a richiedere il TFR solo il 10% quindi solo 5 persone potrebbero realmente richiederlo. Qui però entra in gioco la seconda regola che dice che solo il 4% del totale può ottenerlo quindi alla fine solo 4 persone possono usufruire dell’anticipo.
Quando è possibile richiedere l’anticipo del TFR?
La richiesta del TFR, se rispetta i criteri precedenti, deve essere giustificata. Non si può chiedere l’anticipo a proprio piacimento ma servono delle motivazioni specifiche:
- eventuali spese sanitarie per terapie o interventi straordinari riconosciuti dalle competenti strutture pubbliche;
- acquisto della prima casa di abitazione per sé o per i figli, documentato con atto notarile;
- sostenere eventuali spese da sostenere durante i periodi di fruizione dei congedi parentali e per formazione del lavoratore (art. 5 d.lgs 151/2001 e art. 7 Legge 53/2000), come nei periodi di congedo facoltativo a seguito della nascita di un figlio o di conseguimento titolo e partecipazione ad attività di formazione.
Ci sono casi straordinari come per esempio la ristrutturazione o la riparazione della propria casa che sono soggettive.
Soggettive nel senso che non dipendono esclusivamente dal proprio datore di lavoro ma dai contratti collettivi nazionali del lavoro (CCNL) che stabiliscono il settore di appartenenza e il tipo di inquadramento. Tali contratti possono prevedere condizioni più favorevoli e criteri di priorità diversi.
Quando non è possibile chiedere l’anticipo del TFR?
Abbiamo appena visto tutti gli obblighi che devono rispettare i lavoratori dipendenti e i relativi datori di lavoro. Ma alcune categorie di lavoratori non godono del beneficio dell’anticipazione del TFR, parliamo di:
- lavoratori pubblici;
- dipendenti privati di aziende in crisi;
- dipendenti che hanno una cessione del quinto in corso, un particolare prestito che viene garantito dallo stipendio. Permette di ripagare il finanziamento grazie alla trattenuta diretta di appunto un quinto dello stipendio.
Come richiederlo anticipatamente?
L’anticipo deve essere richiesto al proprio datore di lavoro in forma scritta. Le informazioni principali da inserire sono:
- dati anagrafici
- recapiti personali
- dati e recapiti dell’azienda
- durata del rapporto di lavoro
- ragioni della richiesta dell’anticipazione
- documenti che attestano la spesa. Per l’acquisto della prima casa serve l’atto notarile e per le spese sanitarie il documento rilasciato da una struttura sanitaria pubblica
- …
Successivamente alla liquidazione del TFR, il datore di lavoro chiederà al dipendente di sottoscrivere una dichiarazione liberatoria dell’avvenuta ricezione dell’importo concordato.
Come si calcola la tassazione sul TFR?
Il TFR ricade all’interno dei redditi soggetti a tassazione separata cioè quei redditi percepiti una tantum o non periodicamente.
Queste entrate non concorrono a formare il reddito complessivo del contribuente per evitare un prelievo fiscale troppo oneroso. La disciplina è cristallizzata nel Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), in particolare all’art. 17 e all’art. 19.
Il primo calcolo viene effettuato dal datore di lavoro che funge da sostituto di imposta. Successivamente l’Agenzia delle Entrate dovrà ricalcolare l’imposta con riferimento alle aliquote medie e ai redditi relativi alle dichiarazioni fiscali degli ultimi 5 anni. Se l’imposta pagata sarà superiore o inferiore a quanto stabilito in via definita dall’Agenzia delle Entrate sarà lei stessa a richiedere il saldo positivo o negativo al contribuente.
Conclusione
Ora sai se rientri o meno tra i lavoratori che possono richiedere il TFR.
Ti sei mai chiesto invece dove è meglio destinarlo?
Leggi il nostro articolo a riguardo:
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