Se sei interessato a conoscere quali sono i migliori ETF per investire nella new energy, questo articolo è perfetto per te. Cominceremo spiegando che cosa si intende quando si parla di new energy e ti spiegherò perché potrebbe essere un investimento intelligente per il lungo periodo.
Alla fine ti mostrerò quali sono i migliori ETF sul mercato per investire in questo settore, sviscerandone le caratteristiche principali e mettendoli a confronto.
Cos’è la new energy?
Possiamo identificare con il termine “new energy” qualsiasi tipo di risorsa energetica o tecnologica in grado di soddisfare il nostro fabbisogno energetico, ma con un minor impatto inquinante sul Pianeta. Rientrano quindi in questa categoria tutte quelle risorse in grado di favorire la transizione energetica verso forme più sostenibili.
Proviamo a fare un elenco per chiarirci meglio le idee. Parliamo di:
- Energie rinnovabili: solare, eolico, geotermico, idroelettrico ecc
- Batterie e sistemi di accumulazione di energia
- Mezzi di trasporto elettrici: automobili, autobus e veicoli commerciali
- Pompe di calore e sistemi di sfruttamento dell’energia elettrica da convertire in calore
- Idrogeno: veicoli ibridi e impianti alimentati ad idrogeno
- Carbon capture and storage (CCS): insieme di tecnologie e tecniche che consentono la riduzione delle emissioni in atmosfera di CO2 per mezzo della sua cattura e il successivo stoccaggio. E’ possibile sfruttare tali tecniche prima o durante la combustione di carbone e petrolio, in modo da emettere quantità di CO2 ridotte nell’atmosfera.
Tutto questo è ciò che intendiamo con New Energy. Nel mondo ci sono tantissime aziende che sfruttano tali risorse o creano queste tecnologie per fare profitti. Prima di vedere i migliori ETF per investire in tali aziende, scopriamo perché investire nella New Energy può essere una mossa vincente per il futuro.
Perché investire nella New Energy?
Il contesto
E’ ormai dal lontano 1972, quando fu pubblicato il “Rapporto sui limiti dello sviluppo” umano, che il concetto di sostenibilità ha iniziato a permeare le nostre vite. Il tasso di sfruttamento delle risorse del Pianeta non sarebbe stato sufficiente per coprire la nostra crescita demografica ed economica. Se non si fossero prese immediatamente delle iniziative, la specie umana sarebbe stata a rischio di estinzione in un tempo relativamente breve.
Purtroppo molti anni sono passati prima che i governi di tutto il mondo iniziassero la loro campagna verso un futuro più sostenibile. In particolare, ci si era accorti che l’area più critica era quella dello sfruttamento energetico di fonti inquinanti, che stava distruggendo letteralmente il pianeta.
E’ ormai dimostrato che l’immissione di CO2 ed altri elementi inquinanti provocano cambiamenti climatici irreversibili. In particolare, aumento delle temperature, scioglimento dei ghiacciai, deforestazioni, innalzamento delle maree e condizioni climatiche estreme sono il risultato dell’inquinamento energetico. Per approfondire ti lascio l’ultimo rapporto della World Meteorological Organization.
In questo scenario complesso, i governi di tutto il mondo stanno finalmente dettando la via da seguire. Ad esempio, nel trattato di Parigi (2016), l’Unione Europea ha espresso la volontà di ridurre le emissioni inquinanti del 40% rispetto ai livelli del 1990. Il target finale sarà quello di arrivare ad un continente ad emissioni nette pari a zero nel 2050.
Nel Business
Per tale motivo, se focalizziamo la nostra attenzione al mondo del business, scopriamo che tantissime aziende hanno iniziato a ragionare in termini di sostenibilità. L’idea non è più quella “antica” del voler essere semplicemente conformi alle leggi, ma si sta cercando di sfruttare la transizione energetica come leva di guadagno. Tantissimi clienti oggi acquistano prodotti solo se provengono da aziende sostenibili, che implementano azioni eco-firiendly.
Naturalmente, ad ottenere i maggiori ritorni sono le società che lavorano direttamente nella New Energy. Sia quelle che producono e vendono energia da fonti rinnovabili, sia quelle che promuovono tecnologie a bassa impronta di carbonio. Negli ultimi anni, infatti, i numeri sono stati incredibili.
Notiamo subito che per la prima volta nella storia gli investimenti nella New Energy hanno superato i 500miliardi a livello globale. Il dato è ancora più interessante se si pensa che c’è stata una crescita del 9% rispetto all’anno precedente, nonostante il disastro economico causato dalla pandemia di Covid.
Un dato da sottolineare sono i $139 miliardi spesi in veicoli elettrici e infrastrutture per la loro ricarica, con una crescita del 28% anno su anno. Senza volerle menzionare tutte, si scopre che tutte quante le categorie della New Energy hanno ricevuto un flusso maggiore di investimenti anno dopo anno, per la gioia delle società operanti nel settore.
I paesi che investono di più
Scomponendo il quadro per Paese, vediamo che la Cina è la nazione che ha investito di più nella New Energy, seguita dagli USA. Al primo posto, in realtà, troviamo in forma aggregata l’Unione Europea, che con i suoi 166 miliardi investiti dimostra di voler tener fede al trattato di Parigi.
Provando a suddividere le energie rinnovabili, scopriamo che il quadro è piuttosto chiaro da ormai qualche anno. L’energia solare domina la scena, seguita dall’eolico. I numeri sono piuttosto stabili o in leggera crescita. Tutte le altre forme come le biomasse e il geotermico guadagnano quote nel tempo.
Mezzi di trasporto elettrici
In soli 4 anni, dal 2016 al 2020 gli investimenti sulla mobilità elettrica sono aumentati del 400%, fino a toccare il valore di 139 miliardi. L‘85% di tutti i flussi di denaro arriva direttamente dai privati, che stanno acquistando sempre più automobili elettriche per se stessi e le proprie famiglie.
La seconda quota più alta arriva dai Bus elettrici, di cui la Cina è la regina indiscussa. Basti pensare che dei 385.000 autobus elettrici esistenti al mondo, il 99% è operativo in Cina, dove vengono immessi sulle strade 9.500 nuovi bus elettrici ogni 5 settimane (in pratica l’intera flotta di Londra).
A cosa ha portato tutto questo?
Questa panoramica quantitativa sulla New Energy è fondamentale per capire in che direzione sta guardando il mondo. In particolare, nel 2020 tantissimi investitori se ne sono accorti e hanno iniziato ad allocare i propri capitali in questo settore in massa. I risultati sono stati pazzeschi.
In un solo anno, l’indice WilderHill New Energy Global Innovation (NEX, in blu), che traccia la performance di 100 aziende del settore nella New Energy, ha avuto una crescita del 142%. Al contrario, in viola, l’indice Arca Oil, che traccia i risultati di aziende specializzate nell’esplorazione, produzione e raffinamento del petrolio, ha perso il 38% in 12 mesi.
Ad aver influito sul rally della New Energy ci sono stati sicuramente due fattori interessanti. Il primo è stato il cambio di Presidente degli USA, con Biden molto più attento alla transizione green rispetto che a Trump. In particolare Biden ha approvato il “Piano per una rivoluzione dell’energia pulita e della giustizia ambientale”, che prevede investimenti federali per 1700 miliardi $. Gli obbiettivi dichiarati sono efficientamento energetico, trasporti, costruzioni e infrastrutture, con particolare attenzione alle zone che più subiscono l’impatto del cambiamento climatico e l’inquinamento industriale.
L’altro fattore è stato probabilmente il sogno di ognuno di noi che il Covid accelerasse istantaneamente la svolta green. Se questo non è avvenuto, è però vero che gli investimenti nella New Energy sono comunque aumentati, come abbiamo visto.
I migliori ETF per investire nella New Energy
Fino ad ora abbiamo scoperto che la New Energy è un settore in grande ascesa e che quindi potrebbe essere interessante investirvi in ottica di lungo termine. I flussi di denaro che pioveranno nel settore saranno verosimilmente sempre più consistenti e le aziende direttamente coinvolte ne beneficeranno.
Ma allora quali sono i migliori ETF per investire nella New Energy? In altre parole, come possiamo investire in questo settore con degli strumenti finanziari efficienti?
1) iShares Global Clean Energy UCITS ETF – ISIN IE00B1XNHC34
L’ETF mira a replicare la performance del S&P Global Clean Energy Index. Tale indice include i 30 titoli azionari più grandi e liquidi di tutto il mondo che sono impegnati nella New Energy. Le caratteristiche più importanti dell’ETF sono:
- la replica dell’indice è fisica e totale. I titoli vengono acquistati nelle stesse proporzioni che compongono l’indice da replicare. (Se non sai cos’è la replica fisica approfondisci in questo articolo).
- i dividendi vengono distribuiti semestralmente
- le commissioni annue sono pari allo 0,65%
- l’ETF viene bilanciato ogni sei mesi
Da un punto di vista dell’esposizione geografica c’è una forte concentrazione negli USA (quasi il 38%), mentre le altre posizioni sono sufficientemente diversificate. E’ un risultato che comunque non stupisce, visto che gli USA sono attualmente la prima economia mondiale.
A livello di rendimenti l’ETF ha conosciuto un rally poderoso post covid, che l’hanno reso uno dei più performanti in assoluto con un gain del 300% in 10 mesi, fino ai picchi di Gennaio 2021. Il rendimento si è ora fisiologicamente abbassato ed è normale, ma rimangono interessanti le prospettive di lungo periodo.
2) Lyxor New Energy (DR) UCITS ETF – ISIN FR0010524777
Il migliore competitor dell’ETF che abbiamo appena visto è il Lyxor New Energy. In questo caso L’ETF mira a replicare l’indice e World Alternative Energy CW Net Total Return (WAEXC), che include le 20 più grandi società del settore globale delle energie alternative.
Queste società realizzano la maggior parte dei loro profitto dalle energie rinnovabili (per esempio, solare, eolico, idrico) o dall’efficienza energetica (migliorare l’uso dell’energia coinvolgendo industrie come quelle dei contatori di energie e dei superconduttori).
Le caratteristiche principali sono:
- Replica sintetica con controparte principale in Societé General
- i dividendi vengono distribuiti annualmente
- le commissioni annue sono pari allo 0,60%
- l’ETF viene bilanciato ogni semestre
Da un punto di vista dell’esposizione geografica, l’ETF è ancora più concentrato del precedente, con i primi 3 paesi che valgono il 70% del totale. Gli Stati Uniti ancora al primo posto, seguiti da Francia e Danimarca.
Per quanto riguarda i rendimenti, anche in questo caso si è assistiti ad una bellissima crescita, ma più contenuta, con picchi di guadagno del +200% per chi avesse investito 5 anni fa. Se consideriamo invece i 10 mesi post covid come abbiamo fatto prima, il guadagno si ferma ad un +100% rispetto al +300% del competitor.
Come mai rendimenti così diversi? Il motivo è che gli indici di “nicchia” o settoriali, spesso presentano una composizione, in termini di diversificazione geografica, valutaria e di categoria, molto differente tra loro. Questo si riflette ovviamente sulle performances.
Andando a guardare i componenti degli indici dei due ETF ci accorgiamo infatti che c’è una esposizione completamente diversa. Il Lyxor investe il 19% di tutto il capitale in SCHNEIDER ELECTRIC, società specializzata nella produzione di inverter e di dispositivi di controllo del movimento. In seconda e terza posizione troviamo due aziende molto affermate nelle loro nicchie di mercato, che da sole valgono un altro 17% dell’ETF. E’ facile capire come già solo dal destino di queste 3 aziende dipendano le maggiori performances.
Al contrario, il primo ETF che abbiamo visto, cioè iShares Global Clean Energy è molto più diversificato e ha beneficiato della crescita incredibile di alcune aziende che nel Lyxor non ci sono, come Plug Power, che da Marzo 2020 a Gennaio 2021 ha fatto segnare un +1800%. A volte è anche questione di fortuna, ma bisogna vedere se la crescita terrà nel lungo periodo.
In sintesi
Il settore della New Energy è sicuramente uno dei più promettenti per il lungo periodo e allocare una quota del proprio portafoglio potrebbe essere una buona mossa. Bisogna solo fare attenzione ai prezzi attuali, che nonostante il calo fisiologico del 2021 risultano essere ancora forse un po’ alti.
Potrebbe essere intelligente quindi fare degli ingressi scaglionati o avviare un PAC e mantenere un’ottica di lungo termine. Ricordiamo infatti che la crescita della New Energy è consistente, ma per il momento le fonti fossili come petrolio e carbone rimangono comunque le più utilizzate nel mondo, e forse lo saranno ancora per un bel po’ di anni.
LA transizione green ci sarà, ma sarà lenta e graduale. Ecco perché rimango ottimista per il lungo periodo sulla New Energy, ma so che potrebbero esserci dei rintracciamenti e della volatilità a breve/medio termine nel prezzo degli ETF che ti ho presentato.
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