Qualche settimana fa ci siamo svegliati con una sorpresa. Aprendo il sito CoinMarketCap abbiamo scoperto che un nuovo token era stato lanciato, ed in poche ore era già entrato nella Top10 delle criptovalute a maggiore capitalizzazione. Il suo nome è ICP Internet Computer.
In questo articolo voglio spiegarvi cos’è esattamente ICP Internet Computer e mostrarvi perché ha fatto impazzire gli investitori. Il progetto che c’è dietro questo token, infatti, è parecchio ambizioso e merita un approfondimento.
Cos’è ICP
ICP Internet Computer nasce su un progetto di Dfinity, che è un’organizzazione no-profit fondata nel 2016 con sede a Zurigo. Dfinity ha promosso Internet Computer come la terza grande rivoluzione del mondo blockchain.
Infatti la prima innovazione è stata quella di Bitcoin, che introdusse il concetto di criptovaluta decentralizzata e che oggi molti investitori vedono come potenziale sostituto dell’oro. La seconda rivoluzione è stata Ethereum, che ha introdotto l’utilizzo degli smart contracts, aprendo la strada allo sviluppo della De-Fi.
La terza mega rivoluzione, secondo Dfinity, sarà proprio ICP, che ambisce a cambiare per sempre il funzionamento di Internet rispetto a come lo conosciamo oggi. L’idea sarà quella di creare per la prima volta una infrastruttura web decentralizzata, dalle prestazioni infinitamente superiori.
Come funziona il progetto?
Attualmente il traffico su internet è gestito dallo standard Internet Protocol (IP). Questo necessita di una serie di server centralizzati che consentono ai vari nodi della rete di comunicare. Al contrario, il nuovo web utilizzerà l’Internet Computer Protocol (ICP) che vuole creare un internet libero, slegato da elementi centralizzati, sul quale gli user possono rilasciare i loro software in modo indipendente e sicuro.
Per raggiungere l’obiettivo di eliminare server centralizzati, servizi di cloud computing e DNS, verrano utilizzati i “canisters“. Questi sono un upgrade degli smart contract, in quanto sono infinitamente scalabili, possono essere fatti girare in parallelo e mantengono le caratteristiche tipiche di tali contratti. Ad esempio la modifica e l’interruzione del contratto sono impossibili da realizzare per opera di terze parti.
Insomma, in questo modo non vi sarebbe più bisogno di server centralizzati, database, servizi cloud, content distribution network, DNS: si potrebbero scrivere i codici e caricarli direttamente su internet.
I vantaggi
Saranno almeno 2 i vantaggi tangibili di questa potenziale rivoluzione. Li esploriamo insieme.
1) Riduzione di costi
Per mezzo dei Canisters, gli utenti del nuovo web potranno caricare direttamente i loro software sul web. Su di esso i software funzioneranno in modo sicuro e potranno interagire tra di loro. Questo porterebbe a un enorme risparmio nei costi dello sviluppo di applicazioni e programmi.
I costi infatti sono una diretta conseguenza della complessità che oggi il sistema internet possiede. Attualmente gli sviluppatori, per vedere girare i loro software sul web devono districarsi tra una infinità di entità centralizzate.
Riprendendo un paragone fatto dal fondatore di Dfinity: il costo di 1 gb di cloud storage sulla blockchain Ethereum si aggira attorno ai 5 milioni di dollari. Al contrario, su ICP lo stesso equivalente verrebbe a costare 5 dollari.
2) Eliminazione del “platform risk”
Uno dei problemi che chi lavora sul web conosce molto bene è il cosiddetto “platform risk”. In poche parole, anche se sei una super azienda che vende servizi online, se non hai una piattaforma proprietaria sulla quale operi, puoi scomparire da un momento all’altro.
Un esempio che tutti noi possiamo capire è il seguente: immaginiamo di essere degli influencer su Youtube e di vivere solo di questo. Se domani per qualche motivo Youtube ci bannasse per un qualsiasi motivo, noi avremmo perso tutto. Vale lo stesso per le aziende.
Zynga ad esempio ha scelto di operare sulla piattaforma Facebook per permettere ai propri utenti di giocare con le proprie app. Questa scelta potrebbe rivelarsi disastrosa per la società se Facebook decidesse per un qualche motivo di oscurarne la visibilità. Insomma, il rischio è sempre dietro l’angolo e Zynga sa che deve rispettare tutte le direttive di Facebook per evitare un tracollo.
ICP elimina questo rischio. Come abbiamo visto, attraverso i canisters, gli sviluppatori possono creare codice, immagazzinare dati e rilasciarli direttamente sul Web, bypassando qualsiasi entità centrale. Questo implica che è possibile sviluppare e vendere servizi internet senza doversi servire del monopolio cloud costruito dalle big tech (Facebook, Google, Amazon).
Insomma, un internet libero, decentralizzato, con applicazioni controllate da nessuno. Questo è proprio il risultato dello studio fatto dai ricercatori dell’MIT. Per chi volesse approfondire vi lascio qui il link.
Qual è l’utilità del token ICP?
Fino ad ora abbiamo descritto il progetto denominato Internet Computer. Ma il token ICP a cosa serve esattamente?
ICP è un token basato su una forma di Proof-of-Stake (PoS). Ne esistono 469 milioni in circolazione al momento del lancio, distribuiti tra coloro che hanno partecipato alla private sale nel 2018, il team, gli utenti che hanno partecipato all’airdrop e la Dfinity Foundation.
I token ICP permettono agli users di contribuire alla gestione della rete. Infatti, bloccandoli nel network avremo accesso ai cosiddetti neurons, che abilitano al voto di governance sulla piattaforma. Inoltre, è possibile bloccare i token per un periodo di tempo tra 6 mesi e 8 anni. Più grande è un neurone e più lungo il lockup period, maggiore è la ricompensa pagata ai proprietari del token.
Ma non finisce qui. Il progetto prevede anche l’esistenza di un secondo token, chiamato Cycles.
Cycles
Come è possibile osservare dal precedente grafico, Cycles è l’altro token dell’ecosistema. Questo ha la funzione principale di fornire potere computazionale e memoria agli users del network. Per ottenerli è necessario bruciare ICP.
L’idea intelligente degli sviluppatori di Dfinity è stata quella progettare i cycles come se fossero una stablecoin, ancorata al franco svizzero. Bruciare 1 franco di ICP comprerà sempre 1 bilione di Cycles.
In questo modo, se il valore aumentasse al di sopra di 1 CHF sul mercato secondario, ci sarà l’incentivo a bruciare ICP, aumentando l’offerta di Cycles e riducendone quindi il prezzo. Se, viceversa, il prezzo di Cycles scendesse sotto a 1 CHF, ci sarebbe un incentivo a comprarne di più sul mercato secondario fino a riallineare il prezzo.
La conversione di ICP in cycles serve a rendere la rete più veloce e più stabile.
Cosa c’è di concreto già?
In realtà già alcune applicazioni e software sono stati lanciati su ICP. Quella più interessante secondo me è OpenChat, che è la prima applicazione per chattare lanciata sul nuovo protocollo completamente decentralizzato. La parte interessante è che questa può potenzialmente risolvere alcuni problemi legati alla privacy.
Ad esempio, l’anno scorso Whatsapp ha imposto ai propri utenti un nuovo contratto sulla privacy, che prevedeva che alcune informazioni potessero essere condivise con Facebook. Questo semplice fenomeno ha fatto esplodere il numero di nuovi utenti che si sono iscritti a Telegram o Signal.
OpenChat può risolvere questa oligarchia delle big tech, proponendo un nuovo sistema tutto decentralizzato. Per approfondire vi lascio il link al video Youtube, nel quale gli sviluppatori dell’app ne hanno sviscerato gli aspetti più tecnici.
Altri due progetti interessanti sono Network Discrict e CanCan, che in realtà sono la “copia decentralizzata” di Linkedin e TikTok rispettivamente.
Aspetti critici e conclusioni
Adesso che abbiamo bene in mente cos’è ICP Internet Computer e ne conosciamo il funzionamento, è arrivato il momento di capire dove possono situarsi le insidie. Sebbene infatti il progetto possa essere interessante, c’è almeno un aspetto rilevante che potrebbe far rimanere tutto questo una semplice utopia di nicchia.
Affinché ICP abbia successo è necessario che si verifichino due condizioni:
- Gli sviluppatori devono costruire le loro applicazioni decentralizzate su questo nuovo protocollo. Questo non è scontato, infatti, oggi tutti i dApps developers lavorano sulla blockchain di Ethereum. Perché questi dovrebbero spostarsi da una rete consolidata e sicura, per buttarsi nell’ignoto ICP?
- Gli utenti devono iniziare a navigare in questo nuovo web. Ad esempio, quando si parla di spostarsi da un social network come LinkedIn a uno uguale ma decentralizzato come District Network, vanno ricordati gli ostacoli legati all’effetto rete. Se tutti i nostri amici usano Whatsapp, perché mai io dovrei iscrivermi da solo su OpenChat? In questi casi chi arriva primo spesso acquisisce un vantaggio competitivo troppo importante.
In sintesi, il progetto è estremamente interessante, ma attualmente è tutto molto sulla carta e c’è poco di concreto, anche perché il nuovo protocollo è agli inizi. In questi casi forse una strategia attendista potrebbe essere intelligente per noi investitori. Tra qualche tempo potremo provare a fare qualche aggiornamento e scoprire se ci sono state novità. Per non perderti queste importanti novità iscriviti alla newsletter settimanale gratuita.
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